La descrizione della facciata, del 1650:”Ha poi detta chiesa 4. porte, due maggiori, e due minori, tre de quali sboccano sotto un portico fondato sopra sei pilastroni di marmo bianco tramezati con colonne del medesimo con fregi dentro, e di fuori alla corinthia con corrispondenti lavori per tutta la facciata della chiesa.D’intorno poi detta chiesa verso tramontana vi sono molte stanze per servitio de pellegrini, et altre persone, che di continuo vengono à questa devotione con una piazza grande, e cisterna nel mezo.“
[tratto da “I monasteri di S. Maria dei Miracoli di Andria e S. Maria del Soccorso di Trani alla metà del sec. XVII” di D. Tommaso Leccisotti,
pubblicato dall’ “Archivio Storico Pugliese” nel fasc. III – IV del 1951, pagg 149-160]
[facciata della basilica ai primi del Novecento – elaborazione elettr. su foto dell’Istituto Arti Grafiche Bergamo Fototeca INASA, fondo Ricci, inv. 13669]L’analisi di alcuni elementi architettonici, effettuata dall’architetto Vincenzo Zito:”La chiesa superiore appare, a prima vista, un edificio rinascimentale. La facciata, in particolare, ha chiari connotati rinascimentali come risulta dal timpano triangolare, dalle decorazioni delle mostre dei portali, dalle volute poste a raccordo della navata centrale con quelle laterali … e dal portico impostato su pilastri e archi a tutto sesto. Tuttavia ci sono elementi che denunciano una origine più antica. Sulla fiancata destra, sulla parte verso la valle, sono presenti tre monofore ogivali strombate, simili a quelle riscontrate sul fianco della chiesa inferiore, attualmente murate. Sulla facciata anteriore, sulla navata centrale e sul tamburo della cupola, tutte le finestre sono a sesto acuto nella parte esterna, mentre all’interno sono state ridotte a sagoma rettangolare. … [Sulla facciata] i finestroni delle navate laterali sono stati ‘accorciati’ nel XVII secolo a seguito della costruzione del portico. …“
[testo di V. Zito, tratto da “La lama di Santa Margherita e il Santuario della Madonna dei Miracoli “, tip. Miulli, San Ferdinando di Puglia, 1990, pag.76]All’analisi riferita nel libro su citato l’architetto Vincenzo Zito, ultimamente (Agosto 2011) ha aggiunto nuove ricerche, pubblicate nel n.2 della “Rivista Diocesana Andriese”, Maggio/Agosto 2011:“ La facciata della chiesa superiore del santuario si presenta con tre porte di accesso e sovrastanti tre finestroni, il tutto coerentemente alla distribuzione interna a tre navate della chiesa. Un portico su sei pilastri quadrangolari, quattro dei quali compositi con colonne, coperto con volte a crociera precede le tre porte d’ingresso.I finestroni della parte superiore hanno una sagoma esterna strombata che si profila a leggero sesto acuto, molto simile alle monofore medievaleggianti che si vedono sul fianco della chiesa superiore e sulle pareti di quella inferiore (Fig. 9). In un momento non ancora meglio identificato, forse durante il settecento, nella parte interna superiore dei finestroni venne inserito un architrave in modo da trasformarli in sagoma rettangolare, lasciando però intatta la sagoma esterna, come ancora oggi è visibilmente verificabile.In un precedente lavoro (Zito 1999, p. 77 fig. 6) si è accennato all’ipotesi che le finestre laterali sarebbero state anche accorciate per ottenere l’altezza necessaria alla costruzione del portico attuale, realizzato in sostituzione del portico su quattro colonne menzionato dal di Franco (1606, p. 7). Questa ipotesi è stata confermata dall’esame diretto delle suddette finestre, possibile soltanto accedendo al terrazzo di copertura del portico attraverso l’ex monastero. Si è rilevato che mentre nel finestrone centrale il davanzale sostiene gli stipiti (Fig. 10), come normalmente deve essere per una corretta esecuzione di quest’elemento architettonico, nelle finestre laterali il davanzale è compreso tra gli stipiti, fatto questo del tutto anomalo (Fig.11). Unica spiegazione possibile sta proprio nel fatto che le finestre laterali siano state “accorciate” mediante la sovrapposizione, sul vecchio, di un nuovo davanzale il quale, ovviamente, non poteva che essere inserito tra gli stipiti esistenti.Questa constatazione, associata al fatto che gli archi traversi del portico sono visibilmente “innestati” nella muratura della facciata (509) forniscono la prova che l’attuale portico è stato aggiunto alla facciata e che quindi non si può assolutamente confondere con il «portico fondato sopra quattro colonne di pietra viva» descritto dal di Franco (51).Anche l’ipotesi a suo tempo avanzata da Cusmano Livrea (52) secondo la quale le colonne attualmente presenti nei quattro pilastri compositi centrali potrebbero essere un reimpiego delle colonne del vecchio portico non sembra più condivisibile. Infatti recentemente, nel letto della lama, sono state rinvenute due colonne in pietra calcarea, che sono state recuperate ed attualmente collocate nel vicino monastero agostiniano di Santa Monica, che per altezza e dimensione possono aver fatto parte del vecchio portico menzionato dal di Franco.”
[estratto da “Nuove ricerche sul santuario della Madonna d’Andria” di N. Montepulciano e V. Zito, in “Rivista Diocesana Andriese” Anno LIV – n. 2 – Maggio/Agosto 2011, pagg. 147-148]
scultura nel timpano della facciata
timpano del portale principale